Che di partenza si parli, voi, lo sapete benissimo. E’ sempre partenza e mai arrivo. E’ la finalità di un non essere definito. Semplice linea da percorrere, come una fila di massi in un sentiero alberato. Mia sterile comprensione del futuro passivamente cercato in ogni dove, in ogni come e nel quando. Fino ad oggi. Fino alla elementare conclusione che di vita si vive. E di questa voglio vivere. Vita vera. Non è di timore, ansia e paura che si può vivere ed è a loro che va lasciata l’incombenza della loro stessa esistenza. Non è mio questo onere. Non è in me che devono respirare. Che voi ne abbiate a dire e sentire, sono le anime in pena che di versi e parole consumano il loro tempo. Il mio non è un silenzio.

E’ un modo per parlare senza respiro. Il mio.

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