Silenzio. Urla atroci silenziose che giacciono quiete nel buio della mia anima per trovare nei carnali brividi i complici di tanto ardore che dentro mi esplode in un misto di poesia e gioia. Un complesso marchingegno alimentato dalle più atroci sofferenze e dai più incredibili piaceri. Ingranaggi che sfregano tra loro come corpi nudi che si completano e che si amano, che si sfiorano e che si uniscono. Un moto perpetuo che ferma tutto il mondo che intorno continua a vivere e a respirare. Ed è a me che manca. Si ferma. Manca il respiro, mi si svuota, mi si perde. Insieme ad esso tutto va via lontano, come trasportato da un vento invisibilmente concreto e reale. Così tanto da incutere terrore. E paura. E vita. E speranza. E felicità. Un calore che si manifesta nel mio essere, nelle mie mani, nel mio respiro. Un’esplosione di sensazioni che mal trovano pace in un’anima così inquieta, ma che continuano a far breccia nella dura corazza che mi avvolge. Come gocce di pioggia scivolano dentro di me alla rinfusa senza un ordine preciso, senza un programma, senza regole, senza conoscenza, senza coscienza.

Semplicemente libere.

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