Piano
Non ne posso fare a meno. Non posso e non riesco. E’ un rito, un’esigenza, un dovere, un piacere, un’emozione. Mi rende sereno e mi dà pace. Mi lascia leggero e libero di volare. Su in profondo, in quel mar di vibrazioni che mi affoga e che mi fa respirare. Io ne guardo una e un’altra. Sorrido e ci provo. Perchè di me rimanga quel piccolo suono e quell’ultimo pensiero. Quello che insieme ci accompagna. Sono un dannato, uno di quelli che ha con sè un dolore atroce, un peso immenso e che lo rende nuova vita. Vorrei saltare e atterrare lì, in quel buio lontano che tanto poco si illumina. Vorrei solo volar via, sorridere e guardare. E in quel silenzio di respiri e profumo, con quante ora scendono e altre che verranno, dirti l’unica cosa che adesso mi importa:
Buonanotte.
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Talvolta accennare la propria presenza sembra quasi fuoriluogo. Come quando entri a bruciapelo da qualche parte e gli astanti smettono, repentinamente, di parlare. Si tratta di rompere degli equilibri preesistenti… e non è detto che se ne riescano a creare di nuovi, poi. Ho un po’ questa sensazione, anche ora. Ma, voglio dire, ci sono! Leggo da un po’, persino empatizzando, a tratti. Potevo forse esimermi dal lasciare una qualsivoglia traccia? 🙂 Buona settimana.