In questo eterno buio maledetto, dove il tempo gioca il ruolo del tiranno, il mio destino di suddito fedele mi costringe ad un’attesa ferrea, passiva, lastricata di piccoli attimi di speranza. In una realtà che ferisce e al tempo stesso insegna, io non mi dò pace per ciò che mi è stato portato via e mi estraneo da essa. Soggiogato dall’inganno della mente, sorrido e, stupidamente, mi compiaccio del suo fascino. In questo non sonno comandato, in questo limbo tra pensieri, paure, speranze, sorrisi e lacrime, nel mio cercare, tra gli occhi ammirevoli, tra le brezze marine, le nubi veloci, tra il bacio degli amanti, lo stupore dei bambini, io ho trovato il modo di uscire là fuori. Volare attraverso le ali di un mio livingston, spiegate contro il vento, con quel battito che lo sostiene e quel danzare felice di semplice vivere. E se ancora resto nel mio buio maledetto, ora che ho guardato, ora che ho volato ho anche capito:

nessun luogo è lontano.

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