Ancora resisto
Al demolire costante delle speranze. A quei momenti di vita dove tutto si perde nelle distanze inventate, nelle parole private, nei pensieri sbagliati. E ancora alle paure, alle ansie e ai timori che in un mondo di tuoni e tempeste, di nuvole e piogge, nel suo lento trascorrere e veloce fuggire, io, come te e voi, mi trovo ad impazzire. Ogni ripetersi mi attanaglia e ferisce. Un’inevitabile tempesta che mi attende e mi distrugge, che mi trascina con sè e mi allontana. Non ieri. Senza più domani. Non è la quiete che volevo, nè un riparo. Eppur è arrivato, o, meglio, è sempre stato. Di roccia, dolore e amore. Con quel suo semplice esistere, senza ulteriori pretese, che di luce vive e mi nutre. A Lei, la difesa del mio esistere, è rivolto il mio piccolo pensiero per quanto è stato e per quanto sarà.
Grazie.
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